Grazie don Raffaele: il ricordo di Carlo Antonello

Grazie don Raffaele: il ricordo di Carlo Antonello

Di don Raffaele Coden, 52 anni, parroco di Mignagola, abbiamo due ricordi vividi: il primo bisogna cercarlo in Uganda, dove nel 2019 era venuto per un "Vieni e vedi". Il secondo invece è più vicino nel tempo e nello spazio e lo collochiamo nel settembre di un anno fa quando era venuto a trovarci nella sede di Piacenza, celebrando messa.
Oggi, che don Raffaele non c'è più e ci manca, ne aggiungiamo un terzo ed è quello del nostro presidente di Cooperazione e Sviluppo Carlo Antonello che pubblichiamo qui. Ho incrociato il cammino con Don Raffaele nelle nostre missioni in Karamoja più di dieci anni fa, segno di come eravamo uniti nell'interpretare il nostro essere cristiani con la fame e sete per il servizio nelle periferie del mondo, così uniti ma distanti rispetto alla nostra appartenenza allo stesso territorio di nascita e di residenza. Proprio questa assonanza fra le nostre anime e cuori a vivere la Fede nel servizio con il Grembiule (don Tonino Bello) e nella Carità come essenza del Cristianesimo (don Vittorione) ci ha reso Fratelli. Da allora abbiamo percorso questo pezzo di strada della vita insieme nonostante gli impegni e i ruoli di ciascuno. In questi ultimi mesi da fratello nella Vita mi sono ritrovato al tuo fianco come medico. Sono stati mesi difficili… ammetto con dolore che nelle ultime settimane pur seguendo tutti i tuoi esami e la tua condizione clinica nel confronto con i colleghi, non ho avuto il coraggio di incontrarti fisicamente, non volendo accettare la consapevolezza datami dalla professione che tutto era compiuto. In cuor mio non ero pronto a subire il distacco e ho mantenuto una presenza distanziata dalla comunicazione telefonica, quasi per proteggerci dalla realtà.
Negli ultimi tuoi istanti terreni mentre mi stavo recando in macchina al mio ospedale sentivo nell'anima il desiderio di comunicarti la mia presenza, quasi la mia anima presagisse e volesse accompagnare la tua salita alla casa del Padre. Così tra un ricorso e l'altro delle tante iniziative fatte insieme e da te sempre sostenute infaticabilmente con un sorriso gioioso espressione del calore della tua Anima, non posso fare a meno di pensare a quanto ti si addicano le parole di San Paolo: ho terminato la corsa, ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede.
Ti voglio ringraziare per tutto questo, per la tua Vita spesa senza riserve per gli altri nella testimonianza della presenza ed amore di Dio. E lo voglio fare riportando alcuni passi del tuo ultimo dialogo pubblicato sul giornale diocesano "La Vita del popolo", perché le tue riflessioni sono una vera testimonianza di fede.
"Signore non capisco ma mi fido di te". Pian piano, dici, questa preghiera è divenuta una compagna di strada che nei momenti più difficili della malattia ti ha aiutato a ritrovare, come una cartina per chi cammina in montagna, il sentiero che porta alla Vita, facendoti riscoprire la tua identità di figlio di Dio amato…
Nonostante il dolore fisico, il peso della croce, scrivi, era il Signore a portarlo, aiutandoti a rimettere al centro la ricerca della vita vera e buona del Vangelo… e anche nelle notti più scure, lo Spirito ti ha aiutato a trovare un po' di luce. E aggiungi "anche se non capisco, mi posso davvero fidare di Lui!" poi ancora sostieni "l'importanza di fermarsi, mettendo da una parte tutta la frenesia del fare, per riscoprire la bellezza dell'annuncio di una vita che parla di Dio. Non si tratta di non fare, ma di fare quello che serve veramente e che diventa annuncio del Vangelo". L'hai sperimentato nei mesi di ospedale dove il tuo splendido e sempre presente sorriso, espressione del tuo stile nell'incontro, e il modo di affrontare le difficoltà sono divenuti annuncio per i dottori ed il personale. "Non ero più io che facevo qualcosa ma la mia vita parlava di Dio."
Grazie Raffaele, Fratello adorato, per la tua Testimonianza e grazie per come ci hai tutti accolto sempre col sorriso e con la splendida esclamazione "santo uomo o santa donna"- già perché in tutti vedevi quel germoglio di Santità, donataci dal Signore, alla quale siamo chiamati.
Grazie Don Raffaele…lasci un vuoto colmo di insegnamenti indelebili… Grazie Santo Uomo di Dio.