25 maggio, giornata dell'Africa

25 maggio, giornata dell'Africa

Pubblichiamo di seguito la riflessione della nostra collaboratrice Benedetta Gallana sulla giornata dell'Africa che si celebra il 25 maggio.


Africa, Uganda, Karamoja… La culla dell'umanità, la perla dell'Africa, la frontiera rurale. 
L'Africa delle contradizioni: 
Del silenzio e della confusione,
Della pace e dei conflitti,
Della ricchezza e delle necessità,
Della bellezza che ti incanta, che ti affascina, ti attrae. Nonostante le ostilità. 
L'auto corre veloce sulla pista di terra rossa e sobbalza fra la pietre e le buche scavate dall'acqua, nel terreno consumato dal passaggio di camion, auto, moto, le impronte di piedi nudi. Ognuno lascia la propria traccia su questo terreno, il proprio segno. Andiamo a velocità diverse, ma facciamo parte della stessa strada.  
La linea dell'orizzonte è fissa, lunga, infinita, ti circonda, nel suo essere piatta, un po' tremolante, rimane sempre definita, anche quando il profilo di qualche montagna cerca di spezzarla, alla fine ti appare come un disegno di sfondo, dipinta. La linea dell'orizzonte viene interrotta solo da qualche arbusto un po' più alto del solito, da acacie di tutti i tipi, dalle più folte alle più raggrinzite.
Solo uno sguardo attento e profondo ti dà la possibilità di scorgere e vedere tutto ciò che c'è tra te e l'orizzonte: le capanne, i granai, i pozzi, i pastori con le mucche o le capre. Quei posti che all'inizio ti sembravano vuoti, in un batter d'occhio ti rendi conto che contengono la vita di centinaia di persone.
Non è l'Africa delle cartoline, con i suoi tramonti perfetti, l'acacia ad ombrello e magari qualche elefante che passa proprio in quel momento. Non è solo il parco naturale pieno di animali dove poter fare un bel Safari. Non sono nemmeno solo i ricchi centri urbani sulle colline, contornati dalle baraccopoli ai piedi di esse. È un'Africa che contiene tutto e tutti, accogliente, ricca nelle sue diversità, autentica, fatta di persone, di lavoro nei campi, di sole caldo, di pioggia forte, di chilometri percorsi per raggiungere una fonte d'acqua, di ore di cammino per spostarsi da un posto all'altro, di viaggi lunghi, di ore in macchina, di gomme bucate nel mezzo del nulla, di soste improvvisate, di indicazioni chieste in lingue strane, di guide ed accompagnatori conosciuti lungo il tragitto.
Siamo nel Nord Est dell'Uganda, nella sub regione del Karamoja. Qua le cittadine hanno nomi improbabili ed impronunciabili come "Nakapiripirit", "Lorengechora", "Lorengedwat", "Acherer", "Iriri" ed ovviamente, scritti nelle maniere più diverse e disparate, pur trattandosi della stessa località. In Karamoja abitano tre grandi clan: i Matheniko, i Bokora e i Pian, ed insieme ad essi, i Pokot, i Jie, i Labwor, gli Iik, i Dodoth, i Tepeth. Ognuno con le sue particolarità e tradizioni, sono uniti e divisi da un bene comune: la mucca.
Nel nostro paesaggio pittoresco, come facile immaginare, la vita non è solo stare sotto l'albero ad ammirare la bellezza di ciò che ci circonda, perché ti renderesti presto conto della mancanza d'acqua per lavarti le mani piene di polvere, per rinfrescarti il viso, per idratarti un po' dato il forte vento che si alza la sera nella stagione secca.
La popolazione cresce, la gente si muove. L'acqua è una risorsa: per l'uomo, per gli animali, per l'agricoltura. Anche se Africa Mission Cooperation and Development scava pozzi da cinquant'anni e, come dice qualcuno, a forza di perforare questa terra ha più buchi di un formaggio, non è mai abbastanza.
Papa Francesco scrive: «La povertà di acqua pubblica si ha specialmente in Africa, dove grandi settori della popolazione non accedono all' acqua potabile sicura».
Ecco, qua le sue parole assumono un significato profondo, essenziale, vero. Di fronte all'erba seccata dal sole, di fronte ai campi bruciati, di fronte a persone in fila per ore per poter raccogliere 20 litri d'acqua, di fronte a bambini, donne carichi dal peso dell'acqua che camminano per ore per portarla a casa, diventa tutto più evidente, lo percepisci. «In realtà, l'accesso all' acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l'esercizio degli altri diritti umani. [...] Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all' acqua potabile, perché ciò significa negare a essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità. Questo debito si salda in parte con maggiori contributi economici per fornire acqua pulita e servizi di depurazione tra le popolazioni più povere» (Enciclica Laudato si, n. 30). 
Oggi, 25 Maggio, è la giornata dell'Africa. Il 25 maggio 1963 i leader di 31 Stati africani indipendenti istituirono l'Organizzazione dell'Unità Africana (OAU), oggi Unione Africana (UA). 
Oggi possiamo riflettere sul processo di integrazione del continente africano, nel contesto dell'economia globale e su come possiamo affrontare insieme I problemi sociali, economici e politici di questo continente.
Buona Giornata