Accogliere ad Adjumani, il senso del nostro impegno

Accogliere ad Adjumani, il senso del nostro impegno

Uganda, modello di accoglienza? Proprio così. Il sistema di accoglienza dei rifugiati nel Paese è tra i più efficaci al mondo: da anni ormai milioni di persone provenienti dal Sud-Sudan, Congo, Burundi e altre nazioni vengono accolte e inserite nel tessuto sociale locale. Anche noi di Africa Mission facciamo la nostra parte: da settembre 2022 abbiamo avviato un progetto multisettoriale nel distretto di Adjumani, nel quale già abbiamo operato dal 2019 al 2021. Nel progetto, in partnership con Jesuit Refugee Service-JRS, sono inserite Debora (potete leggere la sua testimonianza cliccando qui) e Valeria ed è grazie a loro che arrivano aggiornamenti su attività e risultati. In primis tre sono i pozzi perforati nei campi di Olua I ed Elema: in contemporanea sono stati selezionati anche i componenti dei Comitati di gestione del pozzo, fondamentali per monitorare il funzionamento dell'impianto, proteggerlo da insicurezze e segnalare eventuali guasti. 250 sono poi gli adulti beneficiari selezionati per i corsi professionali: fra questi risulta importante l'avvio di un corso in agribusiness per 119 ragazzi che si sta svolgendo nel centro di formazione ad Alito.
Qual è l'obiettivo di tutte queste attività? Semplice: contrastare la devianza giovanile favorendo la crescita culturale e così per raggiungere questo scopo sono state previste diverse attività di sensibilizzazione e formazione. In questo senso diventa cruciale l'uso dei centri giovanili di aggregazione: è stata avviata l'attività di ristrutturazione di quelli ad Agojo, Nyumanzi, Olua ed Elema, oggetto prima di un'ispezione di esperti del settore e poi di una ricerca delle compagnie da contattare per i preventivi relativi ai lavori. Nel frattempo sono già stati effettuati alcuni acquisti di materiale. Altre campagne di sensibilizzazione sono state avviate relativamente a Ebola, Covid-19 e PSEA (protezione dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali).
La sfida è complessa, ma anche essenziale perché il progetto contribuirà al superamento della crisi sociale, economica e educativa originatasi dall'emergenza pandemica, fornendo un sostegno integrato ai nuclei familiari dei rifugiati sud sudanesi e delle comunità locali.
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