Ad Adjumani 90 diplomati in più

Ad Adjumani 90 diplomati in più

Ad Adjumani ci sono 90 diplomati e certificati in più. Nei primi mesi dell'anno sono diverse le attività che abbiamo portato avanti nel distretto in cui da settembre 2022 abbiamo un progetto multisettoriale destinato all'accoglienza dei rifugiati.

Ad Alito i corsi di agribusiness per 79 fra rifugiati e ugandesi
Dalla metà di gennaio per un mese al Training Centre di Alito, in collaborazione con la Diocesi di Lira, sono stati organizzati dei corsi in agribusiness per un gruppo di sud sudanesi e ugandesi che hanno soggiornato nelle camere del centro, offrendo anche un servizio di baby sitter per le giovani madri: 79 sono stati i diplomati, tra giovani e adulti provenienti dal distretto di Adjumani (64 donne e 15 uomini). Di questi 37 sono rifugiati sud sudanesi e 42 ugandesi.

Formazione per migliorare la qualità di vita
Per facilitare la formazione, agli studenti è stato fornito un kit con diverse strumenti: rastrelli, stivali, annaffiatoi, fertilizzanti. Diversi sono stati gli argomenti trattati: cura dei vivai per le piantine e il loro travaso, preparazione dei fertilizzanti organici, preparazione del terreno alla semina, introduzione all'alimentazione degli animali, avviamento del business e gestione di eventuali conflitti nel gruppo d'impresa.
"Vedere la gioia nei volti di questi studenti nell'aver ottenuto questo certificato, simbolo delle conoscenze che hanno acquisito durante questo periodo di formazione, rappresenta una gran soddisfazione per noi – spiegano i volontari di servizio civile Luca Baldassarri e Bianca Briosi presenti ad Alito – ma soprattutto lo è il fatto che abbiano l'opportunità di migliorare la qualità della loro vita, di quella delle loro famiglie e delle loro comunità".

I corsi di sartoria per le donne
Nel campo di Olua invece 10 giovani donne rifugiate hanno frequentato i corsi di sartoria e sostenuto gli esami per ottenere la certificazione che le qualifica come esperte: la cerimonia di fine formazione si è accompagnata a una sfilata dei lavori sartoriali realizzati duranti i corsi.

Gestione pozzi e sistemi e pannelli solari
Con l'installazione delle "valley tanks" (sistemi che consentono la raccolta dell'acqua) nel campo di Magburu, sono stati infine eseguiti i training per i comitati di "Gestione del pozzo" che hanno il compito di monitorare ed effettuare la manutenzione. Sono stati anche completati i lavori d'installazione dei pannelli solari nei campi a Elema, Olua I ed Olua II.

Il senso del progetto
"Il progetto si sta avviando alla conclusione – sottolinea la capo progetto Deborah Piccinno – operare in una zona particolare vuol dire implementare delle attività tenendo conto di vari fattori come l'integrazione e la pacifica convivenza tra vare etnie che già erano in contrasto dal paese di provenienza. Del resto un progetto di emergenza non può esaurirsi nella distribuzione romantica di beni e servizi, ma deve rappresentare piuttosto una lotta continua alla marginalizzazione di chi, fuggito da un contesto di instabilità, cerca di costruire la sua fragile stabilità altrove, creando una pacifica convivenza con la popolazione locale che già è insediata nel territorio".

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