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13 apr, 2017

Buona Pasqua!

Vogliamo augurarvi buona Pasqua con le parole di don Sandro De Angeli, nostro assistente spirituale, che ci ha accompagnato, con le sue riflessioni giornaliere, lungo tutto il cammino quaresimale.

"Buona Pasqua, amici carissimi, da questa terra, la Karamoja (Uganda), dove ormai vivo da quasi sei mesi, terra che sembra essere abbandonata anche da Dio.
Ho cercato di immergermi e ho avuto la opportunità di gustarne i sapori, sentire la durezza della natura e di un popolo per troppo tempo tenuto nella segregazione, incominciare a conoscerne la estrema povertà e le grandi contraddizioni, avvertire la speranza e lo sforzo di uscire dall'emarginazione, condividere il sogno, soprattutto dei giovani, per costruire un futuro diverso. 
Ho avuto la possibilità di vivere l'atteggiamento cristiano dell'Incarnazione che Gesù ci ha insegnato con il suo Natale: entrare dentro la cultura, le persone, le storie per ascoltare, conoscere, capire e condividere.
Ora voglio cercare di capire e vivere, anche per il tempo liturgico che stiamo vivendo, l'altro evento fondamentale dell'esperienza cristiana, quello della Pasqua. 
Perché questo fatto risplenda per tutti nella gioia della risurrezione per vite nuove, per vite veramente felici, che trovano la loro piena realizzazione. 
Voglio contribuire con tutte le mie forze e il dono della mia vita perché il Signore diventi veramente il Risorto nelle storie e nella vita di questa gente. Per questo non bastano belle celebrazioni e riti che si ripetono incessantemente da secoli. Perché, purtroppo, la Risurrezione di Gesù continua ad essere un bel ricordo del passato, ma non diventa risurrezione e vita nuova e felice per i volti, per i cuori, per lo stomaco e per il futuro di queste persone.
La nostra Pasqua racconterà anche una storia commovente, ma troppo spesso non celebra la Risurrezione nella vita e il mondo è sempre uguale.
Infatti Cristo continua a rimanere ancora inchiodato nelle tante persone che non riescono a trovare la libertà perché viene loro impedito di esprimere le loro capacità; Cristo è deriso nelle tante persone che muoiono di fame mentre in altre parti del mondo viene sprecato cibo; Cristo è oltraggiato nei tanti popoli ai quali viene rubata la terra e i suoi prodotti con lo scambio di qualche arma; Cristo è ancora morto nei tanti uomini e donne cui vengono negati i diritti fondamentali ad una terra, una casa, allo studio, al lavoro, al cibo quotidiano. 
Ma, allora, Cristo non è ancora risorto! A quando la Sua Risurrezione? 
Leggendo il Vangelo di Marco (16, 1-20) la Risurrezione di Gesù non si riduce alla tomba vuota, ma, mi pare, trova il suo momento più bello e di vera risurrezione, perché vita di amore che continua, in queste parole di Gesù: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura". Non si tratta di raccontare la storia di Gesù come una delle tante favole che si narrano ai bambini per farli addormentare la sera. 
Si tratta di "raccontare" che Dio ha "scommesso" la sua vita per noi. E la sua crocifissione non è stato un incidente di percorso, ma il segno supremo che dà compimento alla sua vita. Una vita "da Dio", perché realizzata nell'amore pieno, totale, definitivo, senza riserve, per tutti. E siccome la vita di Gesù è stato amore, non poteva finire perché "più forte della morte è l'amore". 
Come dare la possibilità di risorgere a Gesù che continua ad essere morto nelle tante situazioni di vita non vera e piena che popolano il mondo? 
"Predicando il vangelo", e non semplicemente con le parole.
Raccontandolo con la nostra vita, con le nostre scelte di solidarietà, di condivisione, di vita fatta di cose, di tempo e di attenzione che vengono offerti agli altri. 
L'evangelista Marco dice che segni di un mondo diverso, più bello, dove ogni persona si troverà bene, accompagneranno quelli che credono, quelli, cioè, che fanno la scelta di Gesù. 
Questo significa che se non produciamo questi segni di umanità più giusta, che mette al centro i più bisognosi, che è attenta a coloro che sono ai margini, nella pratica noi continuiamo a dire che la storia di Gesù si conclude con la morte in croce. 
Ma non serviva e non serve questo Gesù al mondo, un Gesù che termina il suo percorso, come ogni uomo, con la morte! Non serve a me, non serve a te, non serve a nessuno. 
Perché la sua croce, come diceva don Tonino Bello ha "una collocazione provvisoria", ha come destinazione finale la Risurrezione. 
"Questa" Pasqua diventa, allora, veramente evento di salvezza per tutti. 
Mi rianima, ci rianima, e ci fa uscire dalla nostra pigrizia, ci dà la capacità di guardare al di là dei nostri bisogni, per lo più fittizi, per fare della nostra vita un dono a tutte le persone che incrociamo sulle strade del mondo. 
E allora il Risorto continua ad operare con noi è dà senso alle nostre parole che si riempiono di gesti d'amore. (cfr. Mc. 16,20).
E qualcuno riacquisterà il sorriso, qualcun'altro la speranza per il futuro, un altro avrà di che riempire il suo stomaco, un ammalato troverà compagnia, un senza dimora un tetto sotto il quale trovare riparo ….
Io voglio che Cristo continui a risorgere e dare speranza al nostro vecchio mondo e provo a metterci la mia vita. 
E continuo a ripetere: "non voglio essere navigatore solitario!" … per trovare più coraggio e decisione.
Diamoci la mano, facciamo "corona" in questa "gara" di solidarietà per essere accanto ad ogni uomo e donna che soffre, da quello più vicino a casa a quello del luogo più sperduto del mondo.
Così sarà una buona Pasqua, da persone veramente risorte, perché continuiamo a fare risorgere i tanti "Cristi" crocifissi dei nostri giorni.
BUONA PASQUA!
Con affetto. Don Sandro"

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