Cristiani, pellegrini in cammino. Gli interventi dei presidenti di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo e di don Sandro De Angeli.

Cristiani, pellegrini in cammino. Gli interventi dei presidenti di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo e di don Sandro De Angeli.

Chiudono il 43° Convegno Annuale del nostro Movimento gli interventi del presidente di Africa Mission, don Maurizio Noberini, del presidente di Cooperazione e Sviluppo, Carlo Antonello e infine quello della nostra guida spirituale don Sandro De Angeli.

Don Maurizio Noberini inizia il suo intervento sottolineando l'esperienza forte del Convegno per tre motivi: il primo per la presenza dei giovani, il secondo perché siamo in Africa Mission ed infine il luogo, Assisi, terra di Francesco e Chiara che ci ricordano la proposta del Vangelo. Don Maurizio ci dona tre parole:


"Gesù", una parola che spesso facciamo fatica a pronunciare ma di cui non dobbiamo temere. 

La seconda è "prodigio", sottolineando che ogni persona è un prodigio ed infine "discepolo missionario" tratta dall'Evangelii Gaudium e indicandocela come un'unica parola da prendere in considerazione.

Carlo Antonello, si rivolge ai giovani presenti, invitandoli a prendere parte al Movimento che ha bisogno di continuare a crescere nel tempo. Riprende poi i temi trattati negli interventi del giorno precedente e ricorda le tante esperienze e persone incontrate negli anni, facendo parte di Africa Mission, a partire dai primi tempi in cui collaborava con il fondatore, Don Vittorio Pastori. A questo proposito sottolinea l'importanza del mettere al centro le persone secondo il Movimento.

Riguardo al tema "Siamo in Karamoja per ...un progetto di vita", il presidente di Cooperazione e Sviluppo sottolinea che Africa Mission non ha l'obiettivo di sostenere un progetto di sviluppo ma di camminare insieme ad un popolo, che è quello karimojong. Per questo ai volontari viene chiesto di spendersi non solo con la mente, non solo con il cuore ma soprattutto con l'anima. Cita Don Vittorio che dava tutto a coloro che incontrava ma chiedeva di entrare in cappella e cercare Dio. Da soli non possiamo dare risposte che guariscano il mondo, che portino ricchezza. Solitamente incontriamo le persone e le osserviamo per cosa rappresentano e per quello che hanno, in Africa invece conosciamo le persone per quello che sono. Incontrando gli ultimi ci si spoglia delle sovrastrutture che usiamo solitamente per interpretare la realtà, si riesce a vedere così l'umanità negli altri. Il nostro principio deve essere quindi quello di incontrare l'altro pensando di incontrare Gesù e quindi anche noi stessi. L'atteggiamento da tenere per approcciarci alle problematiche del mondo è quello di cercare le persone. Un buon esempio è quello dei profughi in arrivo in Italia. Ognuno di noi deve avere la forza di cercare le persone e di cambiare questo mondo. Noi cristiani laici siamo la Chiesa di oggi e in quanto tali siamo noi ad avere l'obbligo di cambiare lo sguardo, di cambiare le cose e dobbiamo prenderci la piena responsabilità del cambiamento che è necessario di fronte a chi ha bisogno. Il destino del mondo è quindi una nostra responsabilità.

La chiusura dei lavori viene lasciata a don Sandro De Angeli, che ormai da diversi mesi sta vivendo il suo operato proprio in terra karimojong. Parte dal tema del Convegno, le periferie, e suggerisce un cammino, che si lega a una Chiesa missionaria per natura, di cinque anni che di portano al 50°. Ogni anno di questo quinquennio sarà scandito da un verbo che guiderà tutto l'anno in corso. Nel cammino si vuole maturare una scelta missionaria, calata nel quotidiano, fatta di incontri di tutti i giorni, con uno spirito missionario rinnovato che sa fare il primo passo in uscita, senza paura. 

Il primo verbo che accompagnerà il Movimento nel primo anno è "uscire", primo passo per seguire Cristo, facendo dono della nostra identità agli altri, attraverso l'incontro. Uscire come fece Gesù che, esce dagli schemi culturali, dai pregiudizi, per incontrare l'uomo nelle periferie.

Ci regala un'esperienza personale vissuta in Uganda, comparando l'incarnazione come l'azione dell'entrare in una capanna di un villaggio karimojong, attraverso un contatto totale con la terra, fatto con tutti e cinque i sensi. L'incarnazione riguarda tutti, non solo Gesù Cristo, lasciando entrare nelle nostre vite l'umanità degli altri.

Ci suggerisce la lettura del testo di Papa Francesco per la giornata mondiale dei poveri, istituita dal Papa stesso il 19 novembre.  Riprende anche le parole del Papa per la giornata missionaria mondiale che ci invita ad uscire dalle nostre comodità, provare il deserto delle povertà. La Missione suggerisce alla Chiesa di uscire dall'inerzia, sporcandoci, ascoltando i bisogni degli altri.

Don Sandro prosegue citando una frase di Mariapia Veladiano che suggerisce che la risposta non è la conservazione ma la conversione. I cristiani sono sempre pellegrini, in cammino.

Buon cammino a tutti per questo nuovo anno insieme!