Daniele e Camilla, una scelta di vita!

Daniele e Camilla, una scelta di vita!

Daniele Cervellera e Camilla Marion sono due nostri collaboratori in Uganda. Hanno iniziato il loro percorso con il nostro Movimento nel 2015 quando Daniele ha scelto di fare l'esperienza del Servizio Civile, accompagnato anche da Camilla come volontaria. L'anno seguente i ruoli si sono invertiti, Camilla è diventato Casco Bianco e Daniele nostro collaboratore. Oggi sono marito e moglie e vivono a Moroto...una scelta bizzara? Forse, sicuramente coraggiosa e piena di vita!

Di seguito il loro racconto...buona lettura!

"Che cosa ci fa una coppia giovane in un posto sperduto in Africa? Sono i soliti sognatori che vogliono cambiare il mondo, anche con un pizzico di presunzione? O sono gli ennesimi cooperanti che rischiano di essere rapiti?
Tante domande potrebbero sorgere guardando la nostra esperienza, e tante altre qualcuno si porrà che noi neanche immaginiamo.
Non è semplice raccontare quello che si sente dentro, perché molto spesso lo si vive e basta, forse anche con un po' di spensieratezza (elemento che contraddistingue i giovani).
La nostra vita qui è bella e ci piace, per questo siamo da più di due anni in Karamoja. E sentiamo che siamo qui non per noi, ma per qualcun altro. Qualche volta ci è capitato di pensare che potremmo essere da qualche parte, in Italia, e fare una qualsiasi altro lavoro, e invece siamo qui. È sul serio quello che vogliamo e che ci fa stare bene? E ci siamo risposti di sì.
Qui non siamo neanche degli eroi, come qualcuno romanticamente può pensare. Noi sentiamo che quello che facciamo per gli altri non è diverso da quello che qualcun altro fa in Italia quando opera per il bene altrui o della società in cui vive. Certo, qui non è lo stesso contesto, non ci sono le stesse "comodità" che abbiamo nel nostro fortunato paese, ma noi assolutamente non ne soffriamo. E per questo siamo ancora qui, per essere a servizio.
Un altro elemento che abbellisce il nostro vivere quotidiano è che cominciamo a capire un po' la realtà, avere dei punti di riferimento e delle relazioni più mature e profonde anche con le persone locali. E questo non vuol dire aver capito tutto o "essersi seduti". C'è ancora tantissimo da scoprire e vivere, tante esperienze da fare e persone da conoscere. E il fatto di essere qui da un po', e non arrivare e andarsene in modalità mordi-e-fuggi, è un aspetto che la gente apprezza. E non parlo solo di noi che siamo qui da qualche anno, ma proprio dell'organizzazione in sé. 
Qui viviamo in un contesto che ci permette di muoverci con delle precauzioni, e ci sono misure di sicurezza per prevenire sgradevoli eventi. Il punto chiave, per noi, è che gli aspetti belli di questa realtà sono molto più rilevanti delle possibili mancanze o privazioni. Perché non siamo ipocriti nel dire che è sempre tutto bellissimo, ma le difficoltà ci sono qui come ci sono in Italia.
Il silenzio della sera e la musica ad altissimo volume della festa del villaggio vicino. Il tramonto all'orizzonte e la plastica per le strade. I profumi della natura e la puzza dell'immondizia bruciata. La visione a 360° di ciò che ti circonda e la visione del diluvio che viene verso di te. Le strette di mano che non finiscono e le persone che vengono alle mani. Il sapore vero dei succhi e il gusto del gin nelle bustine di plastica. Il caldo del giorno e il fresco della sera. I buchi che facciamo fino a 100 metri per trovare l'acqua e i buchi di alcuni metri dove i bimbi entrano per trovare pagliuzze d'oro. Il sistema di tubi per fare arrivare l'acqua ad health centre sperduto e il tubo del sistema che alla sorgente è stato scollegato.
Questa è la realtà che viviamo, con aspetti incoraggianti e altri meno, dove c'è da lavorare e dove da imparare. 
Perché una delle frasi più vere che abbiamo sentito, secondo la mia (Daniele) umile opinione, è "il Karamoja è stato lontano da tutto e tutti fino al disarmo. Ora il mondo sta scoprendo il Karamoja, e profondi cambiamenti stanno avvenendo. La cultura e le abitudini stanno cambiando perché l'impatto col mondo esterno è molto violento. Dunque uno degli scopi della nostra presenza è aiutare il popolo karimojong a non uscirne male, a trovare la propria strada in questo momento storico".
Ed è vero, basti dire che tanti negozi sono di proprietà e con lavoratori non karimojong, i boda-boda pure, gli autisti lo stesso, e i lavoratori delle ONG anche.
Noi qui proviamo ad essere d'aiuto al prossimo, con quello spirito di servizio cristiano che è anche lo spirito del nostro movimento e associazione.
E assicuriamo, a chiunque abbia la volontà di supportare Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, che cercheremo di essere quella goccia nel mare che possa dare speranza dove non ce n'è, conforto a chi ne ha bisogno e dare sempre attenzione al prossimo".