Giornata Mondiale della Lentezza. African Time!
Oggi andiamo a rilento! E' la Giornata mondiale della Lentezza e dall'Uganda ci arriva questa riflessione sul tempo, sul suo valore...da chi sta vivendo l'esperienza del servizio in una terra così tanto bella quanto complessa. Ecco allora cosa ci scrive Silvia...
"L'europeo e l'africano hanno un'idea del tempo completamente diversa, lo concepiscono e vi si rapportano in modo opposto. Nel concetto europeo il tempo esiste obiettivamente, indipendentemente dall'uomo, al di fuori di esso, ed è dotato di qualità misurabili e lineari. Secondo Newton il tempo è assoluto: "Il tempo assoluto, vero, matematico scorre in sé e per sé in virtù della sua stessa natura, uniformemente e senza dipendere da alcun fattore esterno". L'europeo si sente schiavo del tempo, ne è condizionato, è il suo suddito in tutto e per tutto. Per esistere e funzionare deve osservare le sue ferree e inamovibili leggi, i suoi rigidi principi e le sue regole. Deve rispettare date, scadenze, giorni e orari. Si muove solo negli ingranaggi del tempo, senza i quali non può esistere. Ne subisce i rigori, le esigenze e le norme. Tra l'uomo e il tempo esiste un conflitto insolubile che si conclude inevitabilmente con la sconfitta dell'uomo: il tempo annienta l'uomo.
Gli africani autoctoni, invece, intendono il tempo in modo completamente opposto. Per loro si tratta di una categoria molto più flessibile, aperta, elastica, soggettiva. È l'uomo (un uomo, beninteso, che agisca conformemente al volere degli antenati e degli dei) che influisce sulla forma del tempo, sul suo corso e ritmo. Il tempo è addirittura qualcosa che l'uomo può creare: infatti l'esistenza del tempo si manifesta attraverso gli eventi, e che un evento abbia luogo oppure no dipende dall'uomo. Se due eserciti non si danno battaglia, la battaglia non avrà luogo (ossia il tempo non manifesterà la sua esistenza, non esisterà).
Il tempo si manifesta per effetto del nostro agire: se cessiamo la nostra azione o addirittura non l'intraprendiamo, esso sparisce. È come una materia sempre pronta a rinascere sotto il nostro influsso ma che, se non le trasmettiamo energia, cade in uno stato di ibernazione o addirittura di non essere. Il tempo è un'entità inerte, passiva e soprattutto condizionata dall'uomo. L'esatto contrario del modo di pensare europeo.
Tradotto in pratica, significa che se ci rechiamo in un villaggio dove nel pomeriggio deve tenersi una riunione e sul luogo stabilito non troviamo nessuno, non ha senso chiedere: "Quando comincia la riunione?". La risposta è scontata: "Quando tutti saranno arrivati".
- Ryszard Kapuściński, Ebano -
Facciamoci affascinare dalla possibilità di modellare il tempo, di far sì che sia una variabile a nostro vantaggio, una categoria che invece che impedire ed ostacolare i nostri obiettivi, li possa rendere possibili.
Ogni abitudine è sviluppata e rafforzata in base al contesto in cui si manifesta, è chiaro, ma la contaminazione, in senso positivo, di usanze che celebrano la calma, la pacatezza e la pace mentale va in qualche maniera sperimentata.
Non abbiamo fretta, lasciamo che i pezzi dei puzzle composti da esperienze, emozioni e relazioni si incastrino con il giusto ritmo. Ogni tanto, rilassiamoci"!