Il vescovo di Piacenza inaugura un pozzo in Uganda
Spinge forte sulla leva don Adriano. In Italia è monsignor Cevolotto, vescovo della diocesi di Piacenza e Bobbio. In Uganda, fra la gente del villaggio di Katanga, è colui che per primo ha fatto sgorgare l'acqua da un pozzo profondo sessanta metri e capace di erogare ottomila litri d'acqua all'ora. Nel secondo giorno di viaggio di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, che ha portato, oltre al vescovo Cevolotto, una delegazione di amici e volontari del Movimento in Uganda nell'ambito delle celebrazioni del cinquantesimo, monsignor Cevolotto si è trovato a inaugurare un pozzo. "In una periferia delle periferie del mondo cinquant'anni fa è nato un germoglio grazie a un uomo straordinario, arrivato in Uganda per sfamare le popolazioni - spiega monsignor Cevolotto davanti al Centro Giovani di Moroto, costruito dal fondatore di Africa Mission don Vittorione Pastori negli anni Novanta, tratteggiando un primo bilancio dell'esperienza - c'è la sorpresa per una terra che non conoscevo: è una periferia di una periferia del mondo, in cui si vedono delle forme di povertà estreme, bambini di strada, donne e ragazzini che rompono le pietre per vendere qualcosa e avere il necessario per mangiare". "In una situazione di questo tipo, già cinquant'anni fa, è nato un germoglio grazie a un uomo straordinario che trasforma un'emergenza, avvia un processo che potremmo paragonare a un albero che gemma continuamente progetti per intercettare le povertà – spiega il vescovo – penso che in questo stia il senso di una profezia cristiana: cogliere il presente ma non fermarsi lì, dare continuità e realizzare qualcosa insieme con una prospettiva. È il senso di quella che Papa Francesco definisce "ecologia integrale": affrontare una situazione tenendo conto di tutto il contesto. È quello che Africa Mission ha fatto e sta facendo con l'obiettivo di rendere sempre più autonome le popolazioni ugandesi: non è un abbandono, ma una progressiva interruzione delle dipendenze".