L’ESPERIENZA DI UN CAMPO DI SOSTEGNO PSICO-SOCIALE A MOROTO
Al termine del programma di Child Protection 2011, che si è concluso alla fine di dicembre ed è stato coordinato dalla nostra collaboratrice espatriata Laura Cuzzuol, pubblichiamo il racconto di un’esperienza di un campo di sostegno psico-sociale per bambini in gravi difficoltà che si è svolto nell’ambito del progetto stesso nel mese di agosto ed è stato ripetuto poi in ottobre e novembre.
"Nell’estate 2011, durante il periodo di chiusura scolastica, più precisamente dal 22 al 26 agosto, una delle attività del programma di Child Protection (traducibile in italiano come il prendersi cura del minore nei vari aspetti della sua infanzia) è stata l’organizzazione di un campo di sostegno psico-sociale per 187 bambini in gravi difficoltà presso il Centro giovanile Don Vittorio di Moroto (Uganda).
I bambini, già in precedenza identificati come particolarmente vulnerabili nelle varie comunità d’intervento, di un’età compresa tra i sette e i quindici anni, sono stati divisi in 5 gruppi da 27 membri l’uno e 2 gruppi da 26, ognuno identificato con un colore (rosso, giallo, verde, blu, rosa, porpora, bianco), capeggiato da 2 membri dello staff dell’associazione.
Ogni gruppo comprendeva alcuni dei bambini, per lo più orfani, aiutati da Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, insieme al gruppo dei bambini appartenente alla cosiddetta “School of Life” (attività fatta in associazione con le Suore del Sacro Cuore di Naoi) e ai 12 “street-children” seguiti dal Centro giovanile Don Vittorio. Ogni gruppo doveva comprendere una percentuale di partecipanti proveniente da ogni singola area di intervento, insieme ad alcuni bambini della “School of Life” e uno o due dei 12 “street-children”, in modo da far interagire insieme per la prima volta minori di diversa provenienza e far stringere loro nuove amicizie.
L’attività consisteva nel far passare ai bambini una settimana di apprendimento unito a momenti di giochi e svago, in cui è stato fornito loro cibo e materiale scolastico, oltre a cure mediche qualora fossero risultate necessarie. La mattina, dalle 8.00 alle 10.30, si cominciava con il momento formativo affrontando ogni giorno un argomento specifico in cui tutti i gruppi separatamente, ognuno nel suo “angolo” di Centro giovanile affidatogli, venivano coinvolti dal personale incaricato. Le tematiche affrontate riguardavano: l’istruzione e l’importanza di andare a scuola, l’igiene, l’AIDS, la famiglia e i diritti del minore. Dopo una breve merenda, dalle 11.00 fino alle 12.30 ci si spostava tutti nella “cinema hall” del Centro giovanile, dove ogni gruppo doveva mostrare agli altri quanto appreso attraverso una performance teatrale riguardante la tematica di quel giorno. Era un momento molto divertente in cui tutti i gruppi partecipavano con grande impegno, pur non essendo di natura competitiva. Dopo aver pranzato, dalle 14.00 alle 16.30, venivano organizzati vari giochi (corsa dei sacchi, atletica, calcio, netball, pallavolo…) sempre rispettando la divisione in gruppi dei partecipanti così da non creare confusione.
Alla fine della settimana passata insieme, i bambini hanno fatto un test, per verificare quanto appreso, e sono stati dati alcuni premi (materiale scolastico, zaini, borse) ai tre finalisti per ogni competizione sportiva, insieme a una pergamena contenente i diritti del minore al miglior alunno di ogni gruppo. Tutti i bambini hanno ricevuto materiale scolastico (penne, matite, quaderni, temperini, gomme, compassi, squadrette) e sono rimasti entusiasti dei giorni passati insieme.
Visti i benefici apportati dal campo a Moroto, si è deciso di ripetere la stessa esperienza di cinque giorni, nonostante si trattasse di un’attività extra progetto, nell’ottobre 2011, presso il giardino antistante l’ufficio di Nakapiripirit, coinvolgendo 80 bambini, identificati precedentemente come vulnerabili, includendovi il sabato anche quelli che vanno a scuola.
Un’esperienza più breve, di solo un giorno, è stata portata avanti a novembre, a Lorengdwat, dove siamo stati ospitati da Padre Ben nella sua missione, coinvolgendo 60 bambini, orfani di genitori a causa dell’AIDS, divisi in 5 gruppi da 12 membri l’uno".
Laura Cuzzuol
Di seguito la testimonianza, tradotta in italiano da Laura Cuzzuol, di un assistente sociale del distretto di Moroto:
“Nonostante quella mattina il sole splendesse alto in cielo, una volta aperti gli occhi non riuscivo a smettere di pensare a come sarebbe stata la settimana, una nuova attività mai fatta prima con tutti quei bambini per così dire difficili da gestire. La preoccupazione saliva mentre mi avvicinavo al compound di C&D e mi chiedevo come ci saremo comportati tutti. Avere a che fare con questi bambini che provengono da aree diverse, divisi in piccoli gruppi con bambini di altri villaggi, non avevo idea di quale potesse essere la loro reazione a tutto ciò. Per la prima volta si sarebbero trovati a parlare, giocare, mangiare, interagire con bambini che non conoscevano.
Se ci ripenso adesso… quante inutili preoccupazioni, quanto sciocco ero nell’interrogarmi riguardo a come avremo passato la settimana!
Ancora oggi non riesco a credere a quanto positivo e proficuo sia stato il campo di sostegno psicologico svolto nel Centro giovanile, non solo per i bambini, ma anche per tutto lo staff coinvolto nell’attività. Non potevo certo immaginare che sarebbe stato così gratificante e stimolante essere responsabile di questo gruppo di 27 bambini (io avevo il colore bianco) che ti ascoltano attentamente e partecipano attivamente a quanto viene loro insegnato con domande, opinioni, performance teatrali e giochi. Lavorare con i bambini non è così facile come può sembrare, durante la settimana, avendo una così stretta cerchia di bambini; ho realizzato che ognuno di loro necessita di attenzioni specifiche, pazienza e tempo per cambiare e migliorare. Sono molto felice di aver partecipato a questa attività, perché ho potuto conoscere veramente da vicino alcuni di loro tant’è che ogni volta che vado in chiesa o passeggio per strada mi riconoscono e mi chiamano “il loro insegnante del Don Vittorio Youth Centre” e non ne posso che essere felice.
Da allora si è sparsa la voce tra i bambini riguardo a questo campo grazie ai racconti dei partecipanti e quelli che non sono stati inclusi nel programma di quest’anno mi chiedono di continuo di essere registrati per quello che verrà in futuro. Probabilmente il nostro compito principale in quanto assistenti sociali è rendere i bambini di Moroto felici; senza dubbio quella settimana abbiano tenuto fede a ciò, lasciando nelle loro menti un bel ricordo”.
Cosmas Tony Lokwang