La gioia che genera gioia!

La gioia che genera gioia!

La gioia che genera gioia! 

Questa frase può riassumere l'esperienza di Beatrice. Ragazza che è partita nel 2018 con il gruppo di Pesaro-Urbino per il Vieni&Vedi, una volta tornata non è rimasta indifferente rispetto quello che ha visto. Si era promessa di voler tornare in quella terra che l'ha accolta per tre settimana e che le aveva dato tanto. Ora voleva contraccambiare quelle che aveva ricevuto. Come dice lei " Il ricordo, non bastava più, e sentivo il bisogno di rivivere di nuovo quell'esperienza.
Così dopo un anno dal primo viaggio, a settembre è tornata in Uganda come volontaria, per vivere un' esperienza di volontariato al centro giovani, esattamente nel nostro progetto di Taglio e Cucito, tenuto dalla nostra Ersilia Rossi.
Non finisce qui, perché grazie anche al contributo della sua mamma Raffaella, è stata lanciata la raccolta fondi  "Da Matelica un pozzo per Moroto" per realizzare appunto un pozzo in Karamoja.


Ecco la sua testimonianza: 
Non avrei mai pensato anche io di provare il mal d'Africa, pensavo fosse solamente una delle tante dicerie, invece dopo l'esperienza con il "Vieni e Vedi" dell'anno scorso, posso dire di aver provato questa sensazione, che posso definirla come uno stato mentale.
E' una "sindrome" alla quale non c'è rimedio, ti fa desiderare di tornare in quei posti che ormai ti si sono impressi nella mente.
Mi è stato detto da molte persone che "il vero viaggio inizia quando torni".
E così è stato anche per me, una volta tornata a casa, ti rendi conto di ciò che hai visto e metabolizzi il tutto... ed è proprio quando riprendi la tua quotidianità, che ti senti inadeguato a riprendere il tuo stile di vita; e per quanto io avessi a disposizione l'insieme dei tanti ricordi legati all'esperienza avuta, il ricordo, non bastava più, e sentivo il bisogno di rivivere di nuovo quell'esperienza.
Ed eccomi qui a raccontarvi del mio ritorno. Tornare una seconda volta è stato un pò come un dejavù. Rivivere il vibrare della vita lungo le strade di Kampala, il traffico che è sempre un gran caos, ma che ogni volta pare regolato da un magico equilibrio, guardare fuori dal finestrino e scorrere con lo sguardo come cambia in modo graduale il paesaggio nel viaggio dalla capitale alla Karamoja, e rendersi conto dell'immensità della savana.
La mia esperienza in Karamoja inizia insieme al progetto di taglio e cucito che si tiene presso il centro giovanile nella sede di C&D a Moroto.
Al corso vi partecipano ben 30 ragazze, di un'età compresa tra i 19 e i 23 anni, provenienti dai villaggi vicini. Tutte ragazze madri, senza un lavoro, ma volenterose nel voler imparare un'attività, che permetterà loro di mettere in pratica ciò che hanno imparato.
A sensibilizzare le ragazze al corso è state Irene una dipendente del centro giovanile, e dopo un primo incontro, dove erano presenti anche i responsabili: Akiki del centro giovanile, Kul di c&d e don Sandro, siamo partiti.
Maestra di taglio e cucito è Ersilia, una socia sostenitrice che ormai tiene da diversi anni questo tipo di corso base. Obiettivo finale del corso è di sapersi confezionare da sole un abito. Il primo step prevede il saper realizzare un orlo a mano, per poi continuare con il rammendo, mettere i bottoni, fare le asole, per poi finire in bellezza con il taglio e cucito a macchina di un abito.
A un mese e mezzo dall'inizio di quest'esperienza, nuova anche per me, posso dire che la partecipazione e l'interesse delle partecipanti alle lezioni è positiva.
Dopo il primo scoglio iniziale per alcune, che non avevamo mai cucito a mano, ora sono tutte molto abili. In questo momento stanno tutte imparando a cucire a macchina, alcune, quelle più volenterose stanno cucendo i loro primi abiti. Sono davvero colpita da quanta dedizione mettano nel loro lavoro. 
Altre stanno realizzando delle gonnine o dei pantaloncini per i loro bambini, che portano sempre durante le lezioni. Queste piccole pesti, non si fermano un attimo, giocano con i fili da cucito, li intrecciano, li tirano e loro le giovani mamme, con una calma atavica invidiabile, continuano la lezione di cucito. E' importante far sentire a queste ragazze che non sono sole, anche solo prendendo in braccio i loro bambini, per far si che continuino il loro lavoro. Per me che sono una volontaria invece è appagante, non solo perché fare volontariato significa aiutare gli altri, ma anche perché significa arricchire se stessi. Capita che i piccoletti piangano perché hanno fame, o magari perché stanno male, e lo noti subito, perché quando sorridono i loro occhi sono pieni di lacrime. 
Ho visto nel progetto per lo sviluppo agricolo quanto i ragazzi che coltivino le piantagioni di melanzane, cipolle,sukuma e pomodori, con quanta cura preparano e accudiscono il terreno e quanto vadano fieri dei propri risultati.
Ho visto nel progetto acqua, con quanta speranza si parte per andare a perforare, perché non sempre si riesce a trovare acqua, ma di quanto poi sia gratificante vedere la gioia di chi con tanta ansia aspetta di avere acqua potabile.
Ho visto nel progetto di educazione all'igiene girando per i villaggi insieme ai bambini della scuola primaria di Rupa, la speranza di poter migliorare la situazione attuale e di quanto nel loro piccolo, si impegnino a tenere puliti i loro spazi.
Ho visto nel progetto di formazione professionale per i ragazzi degli Istituti Professionali quanto si sentano fortunati di avere la possibilità di poter imparare un mestiere per farlo diventare il loro domani.
Ho visto nel progetto dell'Ecd come possa cambiare l'inizio della giornata grazie al loro canto mattutino prima di iniziare le lezioni.
Ho visto nel centro giovanile con il progetto di recupero dei ragazzi dalle strade quanto sia difficile poter, dopo una nottata di pioggia riuscire ad andare a scuola, senza restare bloccati nel fango, ma di quanto siano spensierati quando sono nel centro e giocano liberamente.
Infine viaggiando per le strade sterrate di terra rossa, ho visto che c'è sempre un gran via vai di persone, uomini che vanno in boda, donne che fanno chilometri e chilometri a piedi sotto il sole rovente per riempire le loro taniche gialle di acqua potabile, tantissimi bambini, dei piccoli pastorelli, che portano al pascolo le loro mandrie di mucche, bambini che fanno chilometri per andare a scuola, tantissimi anche senza scarpe, con i vestiti sporchi e ridotti ormai a brandelli,
ma sempre pronti a salutarti con un caldo Ejok e quei sorrisi sempre sinceri che lo puoi vedere dai loro occhi che luccicano.
Sapevo che questo viaggio mi avrebbe regalato qualcosa di speciale che farà parte di me.
Ringrazio l'associazione Africa Mission Cooperazione e Sviluppo per avermi dato la possibilità di fare questo stage.
Ringrazio Carlo,Cristiana,Piergiorgio, Cristina, Pierangela, Giuliana, Don Sandro per avermi accolta in Uganda come la loro ennesima figlia.
Ringrazio i miei genitori per avermi capito e permesso di realizzare questo viaggio.
Ringrazio tutti i ragazzi del servizio civile e insieme a loro Camilla, Daniele, Francesco e Benedetta per come mi abbiano fatti sentire parte integrante della comunità, senza farmi sentire la lontananza da casa, ed infine ma non per minor importanza ringrazio Zia Ersi per avermi supportato ma soprattutto sopportato, per avermi insegnato a cucire e di avermi regalato qualche parte della sua Africa.

Per aiutare la loro iniziativa a raccogliere fondi per un pozzo, puoi partecipare anche tu con un bonifico IT67A0311112600000000002268 o un bollettino postale n. 14048292 intestati ad AFRICA MISSION COOPERAZIONE E SVILUPPO ONG-ONLUS CAUSALE: DONAZIONE PROGETTO "DA MATELICA UN POZZO PER MOROTO"