Pubblichiamo qui integralmente la testimonianza della volontaria (nonchè amica) Maria Vittoria Miano che ha trascorso un mese di volontariato a Moroto
"Dai, raccontaci come è andata in Africa!".
Sono trascorsi 30 giorni dal mio ritorno dall'Uganda e ancora faccio fatica a trovare le parole giuste per parlarne. Avevo già svolto viaggi, negli anni della mia adolescenza soprattutto, che avevano cambiato profondamente il mio modo di pensarmi cittadina del mondo. Le esperienze scout, in particolare in Bosnia e in Perù, mi avevano aiutato ancora di più a capire come fosse importante, per poter dire di aver veramente "visitato" un paese, incontrare le persone del luogo ed ascoltarne le storie, i desideri, i problemi e soprattutto i sogni. La Karamoja ha fatto molto più di tutto questo: mi ha fatto sentire, nonostante le poche settimane trascorse a Moroto con AMCD, a casa. Una casa fatta di sorrisi a trentadue denti anche quando, secondo il mio punto di vista da "mzungu", da sorridere c'era ben poco; una casa fatta di persone che, anche se ti vedono solo per qualche settimana, si affezionano a te e quando ti devono salutare perché stai per tornare in Italia ti dicono: " Ma allora, quando torni?". Una casa fatta di sogni, di progetti ben studiati e realizzati insieme a chi quella realtà la conosce davvero. Una casa che sa accogliere senza fare troppe domande lasciando che, con i tuoi tempi, sia tu stesso ad elaborarne di nuove e a volerne cercare le risposte. Una casa che non ti giudica, che si affeziona e che soprattutto poi, ti manca.
Da questa esperienza, che senza AMCD, senza tutte le persone dello staff in Italia e in Uganda e senza i miei compagni di avventura a Moroto, non sarebbe stata per me mai realizzabile, esco con poche definitive (ma per me gigantesche!) consapevolezze.
PUNTO 1: Sono una persona privilegiata per nascita, ci si può girare intorno all'infinito ma è così... e questa cosa difficilmente cambierà nei prossimi anni della mia vita a meno che una forza esterna catastrofica e di proporzioni inimmaginabili non sovverta questo dato di fatto.
PUNTO 2: Alla luce di tutto ciò, il mio desiderio in questo mondo è far fruttare al meglio ciò che mi è stato affidato. Non solo in termini di conoscenza, ma soprattutto in termini di Bene da condividere con le persone che già sono camminano con me nella strada della vita o per quelle che ancora dovrò incontrare.
PUNTO 3: Nessuna di queste due consapevolezze può prescindere dalla necessità costante di rendere grazie per quello che sono e per ciò che possiedo.
Per concludere quindi, chiunque di voi leggendo queste poche righe (che dell'Uganda parlano ben poco e ancora meno raccontano nel dettaglio ciò che ho visto, fatto e vissuto...) abbia pensato anche solo per un millesimo di secondo: " Caspita, chissà come deve essere stata bella la sua esperienza..." può iniziare a pianificare il suo prossimo viaggio. La Karamoja e con lei i molti progetti di Don Vittorio per questa terra, vi aspettano a braccia aperte. Il resto non si può raccontare...andate e vedete!