A un mese dalla morte di padre Piero Gheddo: inviato speciale ai confini del mondo.

A un mese dalla morte di padre Piero Gheddo: inviato speciale ai confini del mondo.

A un mese dalla morte di padre Piero Gheddo, Africa Mission lo ricorda con le parole del nostro direttore Carlo Ruspantini.

"Con la morte di padre Piero Gheddo, missionario del PIME, avvenuta il 20 dicembre 2017 all'età di 88 anni a Milano, la Chiesa italiana perde, o meglio guadagna al Cielo, un appassionato protagonista dell'animAzione missionaria in Italia.

Un missionario innamorato di Cristo, così vogliamo ricordare  padre Piero Gheddo. Un grande combattente, instancabile nei viaggi, chiaro nella visione Cristo centrica del mondo, economia compresa.

L'ultima volta lo abbiamo incontrato nel 2012 in occasione del nostro 40 anno di fondazione. Lui aveva da poco scritto il libro "Meno male che Cristo c'è" e noi l'avevamo invitato a Piacenza al nostro Convegno Nazionale per aiutarci a leggere le sfide che, come movimento di laici impegnati nel campo della missione, eravamo chiamati ad affrontare.

É stato un incontro fraterno, come quelli che avvengono fra persone legate da un'antica amicizia e che hanno condiviso un lungo percorso di impegno in favore della vita e in favore della parte dell'umanità che lotta per avere una vita dignitosa. 

Sosteneva con fermezza che l'Africa avesse bisogno di educazione, di formazione, dell'uomo. Esortava i giovani affinché intraprendessero la vita da missionari e volontari per andare incontro alla gente dell'Africa per camminare insieme a loro, fraternamente, e accompagnarli in un percorso di crescita e sviluppo umano che mantenesse l'uomo al centro.

E su questo era in perfetta assonanza con il nostro Don Vittorione che aveva conosciuto nel 1969 quando mons. Enrico Manfredini lo aveva invitato per una conferenza missionaria. "Già di aspetto imponente - ricordava padre Gheddo – Vittorio Pastori ci ha poi portati a cena nel suo ristorante e si è fermato a parlare con noi. In seguito ci siamo incontrati in Uganda, a Rimini per una veglia missionaria e a Piacenza. Eravamo in perfetta consonanza di ideali. Ho ammirato molto don Vittorione, lo chiamavano il "bulldozer dei poveri"".

Nato a Tronzano Vercellese nel 1929, padre Piero era cresciuto alla scuola di "due santi genitori", per i quali aveva avviato anche una causa di beatificazione. Entrato nel Seminario diocesano, nel 1945 sceglie di andare al Pime per realizzare la sua vocazione: la missione ad gentes, che ha raccontato nel suo ultimo libro "Inviato speciale ai confini del mondo", autobiografia scritta insieme a Gerolamo Fazzini e pubblicata l'anno scorso dall'editrice Emi.

Sacerdote dal 1953, dal 1959 al 1994 è stato il direttore della rivista Mondo e Missione. Fu un sostenitore instancabile delle nuove prospettive pastorali portate dal Concilio Vaticano II a cui aveva partecipato come giornalista per L'Osservatore Romano, e aveva collaborato alla stesura del documento Ad Gentes.

 Instancabile viaggiatore aveva visitato quasi ogni Paese dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina per incontrare e conoscere le giovani Chiese locali e portare in Italia la loro voce.

Un grande scrittore, giornalista, ma soprattutto un grande missionario, padre Piero ha saputo raccontare il mondo con occhio attento ad ogni sfumatura ma soprattutto con un occhio rivolto sempre all'uomo così come la sua fede in Cristo gli imponeva.

Nei suoi immenso impegno (ha scritto oltre 100 libri) è stato di stimolo a tanti giovani e non, aiutandoli a scegliere la via dell'impegno missionario, a cercare nella missione vissuta nelle periferie del mondo la realizzazione della propria vocazione di cristiani.

Grazie padre Piero per la tua amicizia, ti ricordiamo con grande gioia e gratitudine. Grazie per le tue provocazioni e le tue riflessioni che continueranno ad aiutarci a riflettere e vivere il nostro impegno di cristiani a servizio del Cristo che vive in ogni povero del mondo".

Carlo Ruspantini