PER VOLARE ALTO BISOGNA SEMPRE PARTIRE DAL BASSO

Laura Bassotto è una dei quattro volontari scesi in Uganda come "caschi bianchi" a settembre 2015 e presta il suo servizio civile nel progetto"Centro Giovani don Vittorio" sotto la direzione della collaboratrice Pierangela Cantini e del Capo progetto Josephine Maloba. Segue la sua testimonianza

Il 7 settembre 2015 è cominciata la mia nuova avventura: il servizio civile in Uganda con Africa Mission–Cooperazione e Sviluppo assieme a Stefano, Rosario, Daniele e Irene.
Sono stata inserita nel settore socio educativo e seguo il progetto dello Youth Centre.
Il centro giovani ha l’obiettivo principale di essere un luogo educativo dove i ragazzi possono incontrarsi, trascorrere il tempo libero e partecipare ad attività ricreative. I giovani che frequentano quotidianamente il centro sono circa 150, hanno un età compresa tra i 3 e i 20 anni e provengono dai villaggi vicini Moroto.
Questo progetto è molto importante perché permette a molti ragazzi di avere un’alternativa nelle loro giornate così da non venire trascinati e coinvolti in situazioni negative come il rubare, l’abuso di alcool, frequentare gruppi che delinquono, entrare nel giro della prostituzione.
Ogni giorno ci sono delle attività specifiche, per esempio la visione di film educativi, gruppi di discussione di temi sensibili, il laboratorio di disegno, i ragazzi che fanno sport, il gruppo di musica e teatro che prepara spettacoli da poter proporre all’interno del centro giovani o nelle parrocchie, gli Youg Rangers che si allenano nella break dance e fanno attività di aiuto e sostegno alla comunità, il laboratorio di art and craft. Organizziamo anche eventi e giornate che coinvolgono tutti i giovani della Karamoja come la Peace Week, tornei di calcio, la giornata mondiale della gioventù.
Lavorare in questo progetto mi permette di essere a stretto contatto con la realtà locale,il lato più bello è lo stare in mezzo ai giovani, conoscere le loro storie, inciampare nelle loro vite e doversi fortunatamente fermare per dedicargli del tempo. A livello professionale è un’esperienza che mi sta dando l’opportunità di crescere, mettermi alla prova, sfidare i miei limiti e reimpostare i miei pensieri e il mio modo di lavorare. Mi succede spesso di scontrarmi con una realtà che è molto lontana da quella da cui provengo, a volte mi è impossibile comprendere e allora lascio cadere le mie convinzioni, teorie, soluzioni e lascio che tutto mi scorra davanti agli occhi così com’è, mi do tempo e mi concedo l’occasione di non riuscire a capire. Posso confrontarmi con le persone locali che mi aiutano a vedere la realtà con i loro occhi, mi danno un’altra visione delle cose e posso trovare le risposte ai mille perché che sorgono nella mia mente.
Trovo questa realtà molto stimolante, molto ricca di occasioni in cui mettersi in gioco e sfidare me stessa, lavorare con questi ragazzi mi fa riempire la mente di nuove idee sulle attività da fare, nuovi modi in cui coinvolgerli, nuovi ambiti in cui lavorare assieme a loro e questo mi piace perché mi fa sognare. Trascorro le giornate cercando di mettere in ordine le idee per poi condividerle con i miei collaboratori e alla fine succede che, mentre corro su e giù per il compound pensando a mille cose, affannata perché non c’è tempo, incontro S. un bambino di circa 8 anni che assieme al suoi amici mi fermano e mi parlano in karimojong. Chiamo Akiki e mi spiega che S. è un bambino che vive per strada perché la sua mamma se n’è andata con un altro uomo lasciando lui e sua sorella con il padre.
S ha una tuta sporca e rotta e i suoi amici ci hanno chiamato per chiederci di aiutarlo, allora senza pensarci io e Akiki prendiamo del sapone e la bacinelle e li accompagniamo a lavarsi, poi prendiamo dei pantaloncini e una maglietta nuovi e vestiamo S.
E’ felice, sorride e anche i suoi amici ridono con lui, abbiamo trovato un po’ di posho e fagioli e così hanno potuto mangiare qualcosa, prima di lasciarli andare gli diciamo di tornare domani, noi nel frattempo chiederemo al nostro staff di Child Protection di seguire il suo caso e vedere cosa possiamo fare per lui e sua sorella. La giornata è quasi terminata, tutte le nuove idee sono state dimenticate perché S. è stato il programma della giornata, e capisci che le nuove idee sono belle e interessanti, ma c’è bisogno di altro, di dare attenzione alle cose semplici poi si può procedere. Per volare alto bisogno sempre partire dal basso.
Laura