RE-INTEGRAZIONE DI UN BAMBINO - LA GIORNATA DI CAMILLA

In Karamoja le condizioni di disagio coinvolgono indiscriminatamente adulti e bambini. Molti sono i ragazzi in situazioni di vulnerabilità, vittime di violenze o sfruttamento o semplicemente abbandonati a sé stessi, che cercano un cambiamento allontanandosi dal proprio villaggio, dalla propria famiglia.
Per evitare alla radice queste difficili situazioni, Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo porta avanti il programma “Child Protection” sostenuto da Unicef con l’obiettivo di proteggere le categorie di bambini e ragazzi più in difficoltà e di reinserirli all’interno del loro villaggio. Trovare un ragazzo e riportarlo a casa spesso però non è sufficiente: è necessario accompagnare lui e il suo nucleo famigliare in un percorso di crescita costantemente monitorato, in modo da migliorare passo dopo passo la condizione di partenza. Camilla Marion, volontaria di servizio civile in Uganda da ormai 6 mesi, collabora attivamente a questo progetto, seguendo in prima persona i casi di questi ragazzi e cercando di reinserirli nella loro comunità, vicino alla loro famiglia.

"Oggi siamo stati a Kosiroi, a pochi chilometri dal confine keniano, vicino a Tapac. Siamo stati lì per reintegrare un bambino che solo poche settimane fa era stato trovato a camminare lungo la strada che da Tapac porta a Kosiroi. Proprio in quel caso il bambino, circa 7 anni, è stato portato a Moroto e portato dalla madre che vive a Camp Swahili. Ritorniamo per un follow up ieri e scopriamo che il bambino vive da solo perché la madre, incinta di un altro uomo, è andata a Kosiroi in cerca del marito. Vive da solo da circa 3 settimane e la vicina di casa si è occupata, per quel che poteva, di lui. Abbiamo deciso quindi oggi di andare dalla madre e capire il motivo per cui il bambino era solo. Siamo partiti e raggiunto Kosiroi è stato facile trovare la madre, che nel frattempo aveva partorito. Così lei ci spiega che aveva deciso per partire per Kosiroi e aveva previsto di stare via solo pochi giorni, quelli necessari a recuperare un po’ di soldi dal marito per pagare affitto e cibo. Aveva affidato il bambino ad una “zia” ma purtroppo questa persona si è rivelata inaffidabile. Oggi li abbiamo riuniti e venerdì ritorneranno a Moroto per continuare le loro attività."