Storie coraggiose dal Centro Giovani di Moroto
Vivono tutti in "manyate" le famiglie dei ragazzi di cui sosteniamo gli studi. I "manyate" sono dei piccoli villaggi fatti di casette di terra con il tetto di paglia, circondati da un recinto chiuso da porte piccolissime: nessun ragazzo ha un letto o un materasso per dormire perché tutta la famiglia dorme per terra, talvolta su un ripiano rialzato per proteggersi dagli animali. Questi ragazzi devono camminare per una o due ore ogni volta che svolgiamo gli incontri al Centro Giovani di Moroto, ma lo fanno senza lamentarsi per ascoltare le lezioni e le parole di don Sandro e di Akiki.
Capita spesso che il nostro staff visiti queste famiglie: per noi è un'attività importante e i ragazzi sono molto contenti di ricevere queste visite: ci raccontano della loro famiglia e ci mostrano la loro casa. Molti genitori sono felici che i loro figli abbiano l'occasione di andare a scuola e ci chiedono di continuare ad aiutarli: questo accade perché spesso, tra i tanti, questi ragazzi sono gli unici che riescono a studiare e di frequente la loro età anagrafica non rispecchia la classe che frequentano. Un esempio è quello di Mathew, che aveva iniziato ad andare a scuola frequentando fino a P4. Poi per qualche periodo la famiglia non è riuscita a far fronte alle spese della sua istruzione: ora Mathew ha ricominciato a studiare, ma a causa della pandemia ha perso un altro anno di scuola. Nonostante ciò, non demorde e si mostra sempre attivo e partecipante durante i nostri incontri: con del materiale di scarto ha costruito una piccola radio e vuole diventare un insegnante. Noi speriamo realizzi il suo sogno.
Questa è solo una delle tante storie dei ragazzi che frequentano il nostro Centro Giovani, ma ce ne sono tante altre racchiuse tra le pareti di un luogo in cui, nonostante l'emergenza sanitaria, le attività continuano. E cercano di portare un po' di amore, sollievo e speranza alle nuove generazioni dell'Uganda.