Testimonianze dall'Uganda: la voce di Francesco
Riportiamo la testimonianza di Francesco Ghibaudi, collaboratore di AMCD, responsabile del progetto "Wash in School".
"Un anno è giunto al termine. In questo momento staremmo tirando le somme per le numerose attività portate a termine. Ogni scuola avrebbe il suo club dell'igiene ben formato, con gli insegnanti primi portatori di buone pratiche igieniche nelle scuole.
Invece la situazione la conosciamo tutti: se in Italia il virus ha preso in ostaggio un popolo intero, qui in Uganda viviamo in un limbo da marzo, senza sapere cosa ci aspetta, senza sapere se lo stesso virus porterà lo stesso risultato che ha mostrato e continua a farlo in Italia o se invece è più debole, più indulgente.
La sua indulgenza ci ha permesso di continuare con le nostre attività di progetto, seppur modificate. Le scuole in Uganda sono chiuse e tutti gli studenti sono nei villaggi quindi una delle attività più importanti non è potuta avvenire.
Ogni scuola ha un club dell'igiene che è composto generalmente da una trentina di studenti di tutte le età. Il suo compito è garantire che l'ambiente scolastico sia pulito, sensibilizzando anche gli altri studenti della scuola.
Ciò non è potuto avvenire naturalmente ma gran parte dei professori e dello staff scolastico sono rimasti a scuola; questo ci ha permesso di realizzare un corso di formazione sull'igiene nelle scuole specifico per loro.
Seppur limitati nei movimenti il progetto si è concentrato inizialmente a garantire che ogni scuola potesse avere delle fonti d'acqua funzionanti, che fossero pozzi o sistemi di raccolta piovana.
I team di riabilitazione della nostra organizzazione hanno lavorato instancabilmente per raggiungere l'obiettivo: 20 pozzi e 12 sistemi di raccolta dell'acqua piovana sono stati riparati e in cinque mesi tutto è stato portato a termine e ogni scuola ha ora accesso ad acqua pulita.
Una volta riparate le fonti d'acqua bisogna però saperle mantenere e avere dei soldi in caso si rompano di nuovo. Ecco che il progetto interviene di nuovo formando un comitato di gestione dell'acqua per ogni scuola i cui compiti sono di mantenere il pozzo e raccogliere mensilmente un contributo per far fronte a ogni eventuale rottura.
Il comitato non ha però nessuna competenza tecnica quindi chi si occupa di aggiustare i pozzi sono i meccanici di pompa, anch'essi formati da questo progetto. Alcuni meccanici hanno già grande esperienza e quindi ricevono solo un corso di aggiornamento, altri invece imparano proprio tutte le varie componenti dei pozzo e come sostituirle al meglio. Per consentire loro una mobilità hanno ricevuto anche delle biciclette in modo da non dover richiedere un rimborso spese per raggiungere le scuole.
Alcune di queste scuole hanno iniziato a beneficiare anche dell'intervento di Unicef, che sta costruendo dei bagni per ragazzi e ragazze con un attenzione ai disabili, alle ragazze con mestruazioni e con docce e un inceneritore per smaltire i rifiuti.
Unicef si occupa anche di migliorare l'accesso all'acqua nelle scuole, motorizzando la pompa del pozzo. In questo modo gli studenti non devono più pompare l'acqua durante l'orario di lezione ma l'acqua, pompata meccanicamente con l'energia solare, viene raccolta in due grossi serbatoi che sono collegati direttamente ad una serie di rubinetti.
Alcune scuole vivono un passaggio epocale: dal dover mandare i propri studenti a prendere l'acqua a 3/5 chilometri dalla scuola ad avere dei rubinetti all'interno dello spazio scolastico stesso.
Ovviamente il progetto interviene ancora nell'aiutare le scuole a saper usare e mantenere queste nuove strutture. Africa Mission si occupa di formare gli studenti e il personale scolastico a prendersi a cuore di questi nuovi sistemi che migliorano la loro vita a scuola.
Ora che un anno è giunto al termine mi rendo conto che, seppur con una pandemia, non sono poche le attività che siamo riusciti a portare a termine; più che essere soddisfatti dei numeri, delle percentuali, dei successi e degli insuccessi, la cosa più importante è aver mantenuto la nostra presenza costante sul territorio, aver mostrato alle persone, alle scuole, alle comunità che la nostra organizzazione, Africa Mission Cooperation & Development, non abbandona questo popolo alle prime difficoltà ma continua con il suo impegno attivo in tutti i suoi settori".