Un anno di Wash in school

Un anno di Wash in school

Lavarsi le mani? Un gesto semplice, ma importante: soprattutto oggi ce ne rendiamo conto. In Uganda e più precisamente nei distretti di Napak e Moroto, che contano rispettivamente 38 e 37 scuole fra primarie e secondarie, 30 mila bambini non lo sanno. Non sanno che in condizioni normali, e dunque non solo ai tempi del coronavirus, lavarsi le mani è un gesto da cui può dipendere la vita. O anche più semplicemente il prendere o meno una malattia. Nasce da questa consapevolezza il progetto "Wash in school: creating a child and adolescent wash friendly Environment in Karamoja" promosso da Africa Mission Cooperation and Development nei due distretti del Karamoja: l'obiettivo sta tutto nel titolo ed è quello di creare un ambiente igienico e sanitario a misura di bambino e adolescente nella regione ugandese. A scuola. Il motivo è semplice e lo spiega la capo progetto Camilla Marion: "A Napak una latrina deve bastare a 160 bambini, a Moroto a 150 - spiega - è questa la fotografia delle scuole scattata dal Ministero dell'Educazione e dello Sport che mostra anche il gap con la situazione del Karamoja e dell'Uganda: nella regione una sola latrina basta a 71 ragazzi, mentre a livello nazionale ne è raccomandata una ogni 40. Anche nell'accesso alle strutture per il lavaggio delle mani la differenza c'è ed è grande: in Uganda è del 38 per cento, in Karamoja del 28. Questo chiaramente si ripercuote soprattutto sulle studentesse che, non avendo accesso alle strutture dove potersi cambiare e lavare durante il periodo mestruale e non potendo spesso neppure permettersi l'acquisto degli assorbenti, sono costrette a restare periodicamente a casa da scuola". Nel corso del 2019 sono stati 11.200 i bambini e i ragazzi supportati da Africa Mission Cooperation and Development con "Wash in school" che quest'anno si allargherà anche ai distretti di Kabong, Kotido, Karenga raggiungendo 25 mila studenti: nel 2019 sono stati coinvolti invece 5040 ragazze e 6160 ragazzi a cui è stato in primis garantito l'accesso a fonti d'acqua sicure grazie alla riabilitazione di pozzi e alla riparazione dei sistemi di raccolta d'acqua piovana. "I dati parlano chiaro - evidenzia il direttore di AMCD Carlo Ruspantini - 32 sono le analisi dell'acqua effettuate dal laboratorio di Cooperation and Development sui campioni prelevati da 21 scuole dei distretti, 26 i pozzi riabilitati nelle comunità scolastiche, 10 i sistemi di raccolta di acqua piovana riabilitati e un infinito numero di training dedicati alla preparazione del sapone liquido, ai wash club, alla gestione dell'acqua. Sul fronte dell'igiene personale soprattutto per le ragazze, AMCD si è occupata della formazione di due centri dedicati alla produzione di assorbenti e all'utilizzo delle macchine da cucire; ha distribuito il materiale necessario per realizzare gli assorbenti stessi; ha organizzato degli incontri di sensibilizzazione con le associazioni scolastiche e coinvolto la radio di Moroto per diffondere le buone pratiche attraverso talk show e spot". Quattro complessivamente sono state le giornate internazionali organizzate a Moroto e Napak: "World Toilet Day", "Global Hand Washing Day", "Menstrual Hygiene Day" e "World Water Day". A questo si aggiungono i meeting bi-annuali organizzati con le scuole e le autorità distrettuali, la collaborazione con Unicef che si è concretizzata nella realizzazione di dodici murales nelle scuole di Nadunget, Kasimeri e Moroto e le cinquanta visite ai villaggi per sensibilizzare verso il lavaggio delle mani, l'uso corretto delle latrine, la gestione del ciclo mestruale e quella dell'acqua potabile. Comportamenti semplici, considerati banali fino a qualche settimana fa: ma ora non più.


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