Un anno di Yep
Il nome sembrerebbe quasi "rubato" a un fumetto. "Yep" è l'acronimo di "Youth Empowerment Program" ossia il Programma d'Incoraggiamento dei Giovani che Africa Mission Cooperation and Development ha avviato tre anni fa nei distretti di Nakapiripirit e Napak, in Karamoja grazie al sostegno dell'Unione Europea con il supporto di un consorzio guidato da Dca con AMCD e Caritas Kotido. Anche il nuovo progetto ha questi stessi protagonisti Dietro c'è tutto meno che uno scherzo: c'è la volontà di garantire una formazione specifica a oltre 600 giovani karimojon orfani, con disabilità o lontani dalla scuola: in una parola, emarginati. Per questo il Movimento ha organizzato in questi anni dei corsi semestrali che permettano a questi ragazzi di diventare falegnami, saldatori, parrucchiere, cuoche, agricoltori e muratori: ha dato loro le basi ma anche il necessario per avviare una piccola impresa. Ma non è finita qui: l'altra faccia della medaglia di "Yep" è rappresentata dalla formazione rivolta alla società civile e al personale del governo locale chiamato ad avviare altri corsi di formazione per i ragazzi. Una fabbrica a ciclo continuo insomma per produrre imprenditorialità giovanile.
Anche i risultati non sono uno scherzo: 626 sono stati i ragazzi che si sono diplomati in tre anni di corsi a fronte di un target previsto di 600. 34 invece sono le imprese studentesche che si sono costituite. 406 risultano essere gli studenti che hanno completato i corsi di studio e ricevuto i kit di start up e hanno aumentato i loro guadagni, mentre 39 hanno deciso di riprendere la loro educazione scolastica. Fra l'altro, nel terzo anno, il progetto ha previsto anche un accordo con la Prigione governativa di Namalu (Amaler Farm Prison) per accogliere 12 carcerati divisi nei corsi di agricoltura, muratura e parrucchiere.
"I principali beneficiari di questo progetto sono innanzitutto i giovani karimojon in condizione di vulnerabilità ed emarginazione a cui la povertà, il sottosviluppo, le malattie, i crimini, l'alcolismo e la violenza continuano a porre delle barriere per la loro educazione e sviluppo: si tratta di ragazzi che hanno tra i 14 e 35 anni, di cui almeno il 50 per cento sono donne che non frequentano più la scuola e non hanno un lavoro – spiega il responsabile del Paese Uganda di AMCD Pier Giorgio Lappo – ma più in generale a beneficiare di queste attività è tutta la collettività karimojon che attraverso la formazione e l'avviamento professionale di una sua componente vede migliorare le sue condizioni di vita".
Tanti i passi fatti in questi tre anni, come evidenzia il capo progetto Francesco Ghibaudi: "Abbiamo implementato i corsi di formazione professionale al Nakapiripirit Technical Institute e al Kobulin Youth Skills Training Centre – spiega – al termine tutti gli studenti hanno fatto gli esami, il cui superamento ha validità in tutta l'East Africa Community. A quelli che hanno espresso la volontà di aprire una loro attività e che hanno fornito un adeguato business plan è stato consegnato un kit di lavoro, mentre gli istituti sono stati supportati a provvedere alla formazione e allo sviluppo delle capacità personali di ogni studente trattando temi come alfabetizzazione, insegnamento tecniche di problem-solving, risoluzione di conflitti interpersonali, educazione civile, problemi legati all'abuso di alcool e altre sostanze".
Chiaramente qualche difficoltà legata alla frequenza degli studenti c'è stata, ma complessivamente i risultati sono stati positivi: proprio alla luce di questo, nel 2020 sono state poste le basi per un nuovo progetto che, come "Yep", è dedicato alla formazione professionale e che coinvolgerà direttamente 2000 giovani e 30 organizzazioni giovanili nei distretti di Karenga, Kaabong, Napak, Nakapiripirt e Moroto del Karamoja. Per raggiungere questo obiettivo, il 50 per cento dei giovani identificati sarà dotato di competenze professionali e imprenditoriali i per consentire loro di impegnarsi in un lavoro autonomo, mentre tutti trarranno beneficio dalla formazione in competenze di "vita".