22 aprile: Giornata Mondiale della Terra.
Da Moroto la nostra Silvia ci invia una riflessione sulla Giornata della Terra facendosi ispirare dalle parole di Kuki Galmann, ambientalista italiana naturalizzata keniota, e dall'osservazione di quello che le accade intorno. Buona lettura!
"I bambini africani che vivono ancora in località selvagge dove non ci sono scuole né missioni, hanno molto tempo per imparare direttamente dal libro della natura ciò che i bambini di città devono tentare di apprendere dai modesti surrogati dei libri mal stampati. Dal sorgere al tramontare del sole passano le giornate vagando nella foresta e nella savana, e spesso badando a piccole mandrie di capre o di cammelli.
Nelle ore più calde, quando devono cercare riparo dal sole implacabile all'ombra delle acacie, osservano e assimilano, con la curiosità e la ricettività comuni a tutti i bambini, le infinite lezioni del mondo che li circonda. Vedono gli uccelli tessitori costruire i nidi intricati sui rami sottili e più sicuri, che serpenti e predatori non possono raggiungere. Osservano la vita degli insetti che si svolge intorno a loro [...]
Il clima però anche qui è diventato imprevedibile. Le piogge sembrano aver dimenticato le terre dove un tempo cadevano in abbondanza e grandi nuvole migrano incessanti su cieli impassibili, ignorando gli assetati deserti che si allargano ai loro piedi. A siccità e carestie succedono rovinose inondazioni, fuochi indomabili, eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami. La consapevolezza dell'imminenza di un disastro e la necessità di affrontare il problema sono in aumento. La campagna pioneristica di conservazione ambientale che alcuni di noi scelsero di iniziare una generazione fa, è diventata un urgente impegno collettivo e un dovere riconosciuto. Gente di ogni livello sta finalmente rendendosi conto che nel mondo di oggi non c'è bisogno più urgente, scopo più valido, missione più vitale di quella di proteggere con ogni mezzo a nostra disposizione ciò che resta dell'ambienta naturale, perché non solo la qualità della nostra vita, la nostra salute, la nostra felicità e il futuro dei nostri figli, ma la nostra sopravvivenza stessa dipendono da questo.
Come una specie vorace ed efficiente di insaziabili parassiti stiamo distruggendo l'ospite generoso da cui dipende la nostra vita...ma la Terra è stanca. Sta scrollandoci via. Le popolazioni africane, pur contribuendo al degrado ambientale del piante in minima parte, sono però ingiustamente coloro che ne soffrono le conseguenze nel modo più tragico, senza aver le risposte per riuscire a superarle."
Kuki Gallman, Sognavo l'Africa
In questa giornata cerchiamo di ricordarci, andando indietro con la memoria e prendendo insegnamento dai nostri avi, che l'uomo non è un qualcosa di separato, diviso o addirittura in contrasto con l'ambiente in cui nasce, cresce e sperimenta la sua vita; non siamo delle macchine con il potere di dominare la natura e trarne i vantaggi a cui aspiriamo, spesso economici e di profitto.
Al contrario, siamo parte integrante di tale natura, di tale contorno che ci permette, solo se rispettato, di ricevere e sperimentare un'esistenza sana.
Credo sia questo il pensiero collettivo che deve essere sviluppato ed in cui dobbiamo fermamente credere ed agire di conseguenza; la simbiosi con gli elementi della Terra è imprescindibile, prendersi cura dell'ambiente ci insegna a prenderci cura del prossimo, perché percepiamo tutti beneficio dalla stessa fonte, da risorse naturali che non vanno combattute e distrutte ma condivise e preservate.
Silvia Orri