Experience - Emergency
Alcune testimonianze dirette di chi lavora sul campo
"Lunedì 12 febbraio ho iniziato il corso di formazione al "transit centre" di Kobulin, insieme a Michael Copland di Unicef. Si tratta di un ciclo di lezioni rivolte a 16 operatori sociali che si sono impegnati a occuparsi della registrazione dei returnees e di tutto ciò che può servire. Martedì e mercoledì abbiamo proseguito con le lezioni e abbiamo iniziato ad occuparci della logistica del campo (pozzi, tende, cibo, non food items etc...). Mercoledì a mezzanotte è arrivato il primo gruppo di returnees: da Kampala avevano detto 230 circa, ma ne sono arrivati 400! Fortunatamente eravamo preparati e siamo stati in grado di accogliere queste persone in un modo decisamente dignitoso. Cibo e coperte sono stati distribuiti subito ed è stata fatta una prima lista di nomi. Il giorno seguente abbiamo iniziato la registrazione vera e propria per ogni persona. Nel pomeriggio siamo stati in grado di organizzare alcuni mezzi ed abbiamo accompagnato a casa coloro che si sono detti favorevoli a tornare nei propri villaggi. Ben 145 persone (su 395) sono state riaccompagnate a casa, anche con l'aiuto di Padre Damiano, ricevendo il giorno stesso cibo per un mese da parte del WFP e non food items (coperte, sapone, piatti, bicchieri, jerrycans, bacinelle e zanzariere) donati dall'UNICEF ma consegnati da noi, perché al momento sono conservati nel nostro magazzino di Moroto. Le persone rimaste a Kobulin fino ad oggi hanno espresso il desiderio di essere "resettled" cioè ristabiliti in un'altra zona (per vari motivi non possono o non vogliono ritornare a casa). Il posto stabilito si trova tra i due villaggi di Lomaratoit e Nkiriamet, sempre nella Parish di Lorengachora, a circa 25 km dalla strada principale. Questa è una zona poco abitata e decisamente favorevole per l'agricoltura. C'è una Primary school a poca distanza, un campo di militari che offriranno sicurezza, un pozzo (sicuramente C&S dovrà perforarne un altro). Al momento sono in continuo contatto con il distretto affinché possano offrire il proprio appoggio per quanto riguarda la zona che verrà ripopolata (ad esempio abbiamo bisogno di un permesso per occupare questa terra). Abbiamo tempi strettissimi perché a Kampala ci sono ancora 500 persone impazienti di tornare. Abbiamo chiesto loro di aspettare ancora un po', ma non so ancora per quanto. Avrei ancora un miliardo di cose da dirvi, (stanotte una donna ha partorito nel campo, non vedo l'ora di andare domani a vedere il bambino!), non appena avrò un po' più tempo vi racconterò dei tre giorni di formazione rivolti ai social workers, di come abbiamo allestito il tutto in 72 ore, di come ci si sente quando un ragazzo di 17 anni o più ti dice "Ti prego adottami tu, sono solo e non so dove andare, non ho più nessuno, voglio solo andare a scuola" e sicuramente vi elencherò tutte le attività future e cercherò di tenervi aggiornati il più possibile."
Lavinia - Capoprogetto emergenza bambini e donne Kobulin 2007
"Lunedì 12 febbraio ho iniziato il corso di formazione al "transit centre" di Kobulin, insieme a Michael Copland di Unicef. Si tratta di un ciclo di lezioni rivolte a 16 operatori sociali che si sono impegnati a occuparsi della registrazione dei returnees e di tutto ciò che può servire. Martedì e mercoledì abbiamo proseguito con le lezioni e abbiamo iniziato ad occuparci della logistica del campo (pozzi, tende, cibo, non food items etc...). Mercoledì a mezzanotte è arrivato il primo gruppo di returnees: da Kampala avevano detto 230 circa, ma ne sono arrivati 400! Fortunatamente eravamo preparati e siamo stati in grado di accogliere queste persone in un modo decisamente dignitoso. Cibo e coperte sono stati distribuiti subito ed è stata fatta una prima lista di nomi. Il giorno seguente abbiamo iniziato la registrazione vera e propria per ogni persona. Nel pomeriggio siamo stati in grado di organizzare alcuni mezzi ed abbiamo accompagnato a casa coloro che si sono detti favorevoli a tornare nei propri villaggi. Ben 145 persone (su 395) sono state riaccompagnate a casa, anche con l'aiuto di Padre Damiano, ricevendo il giorno stesso cibo per un mese da parte del WFP e non food items (coperte, sapone, piatti, bicchieri, jerrycans, bacinelle e zanzariere) donati dall'UNICEF ma consegnati da noi, perché al momento sono conservati nel nostro magazzino di Moroto. Le persone rimaste a Kobulin fino ad oggi hanno espresso il desiderio di essere "resettled" cioè ristabiliti in un'altra zona (per vari motivi non possono o non vogliono ritornare a casa). Il posto stabilito si trova tra i due villaggi di Lomaratoit e Nkiriamet, sempre nella Parish di Lorengachora, a circa 25 km dalla strada principale. Questa è una zona poco abitata e decisamente favorevole per l'agricoltura. C'è una Primary school a poca distanza, un campo di militari che offriranno sicurezza, un pozzo (sicuramente C&S dovrà perforarne un altro). Al momento sono in continuo contatto con il distretto affinché possano offrire il proprio appoggio per quanto riguarda la zona che verrà ripopolata (ad esempio abbiamo bisogno di un permesso per occupare questa terra). Abbiamo tempi strettissimi perché a Kampala ci sono ancora 500 persone impazienti di tornare. Abbiamo chiesto loro di aspettare ancora un po', ma non so ancora per quanto. Avrei ancora un miliardo di cose da dirvi, (stanotte una donna ha partorito nel campo, non vedo l'ora di andare domani a vedere il bambino!), non appena avrò un po' più tempo vi racconterò dei tre giorni di formazione rivolti ai social workers, di come abbiamo allestito il tutto in 72 ore, di come ci si sente quando un ragazzo di 17 anni o più ti dice "Ti prego adottami tu, sono solo e non so dove andare, non ho più nessuno, voglio solo andare a scuola" e sicuramente vi elencherò tutte le attività future e cercherò di tenervi aggiornati il più possibile."
Lavinia - Capoprogetto emergenza bambini e donne Kobulin 2007