RAPPORTO MICROREALIZZAZIONI GIUBILARI

In occasione del Giubileo della Misericordia, la Chiesa Cattolica si è impegnata a sostenere 1000 micro realizzazioni nei Paesi del Sud del Mondo, supportando l’operato di associazioni già attive in queste aree.
Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo ha accettato la proposta, ideando ed attuando tre progetti in ambito formativo. Le attività hanno avuto una durata media di circa due mesi, ma nonostante il periodo di tempo esiguo sono riuscite ad ottenere grandi risultati in maniera mirata e sostenibile.
Un ringraziamento particolare a FOCSIV, CARITAS Nazionale, CEI e Fondazione Mission per la collaborazione e per la fiducia accordata.


PROGETTO 1. Scuole Agropastorali per le comunità di Pokot
Periodo: Settembre – Novembre 2016


La produzione vegetale viene influenzata dal massiccio degrado ambientale, a sua volta legato alla generale mancanza di una capacità di produzione sostenibile, di infrastrutture produttive di base, nonché di conoscenze nel campo della gestione del raccolto.
Per evitare tale situazione, il Movimento ha voluto utilizzare l’approccio delle Scuole Agro-pastorali: adulti e giovani sono portati a osservare, imparare e applicare un miglioramento nelle pratiche agricole e di allevamento del bestiame, nonché sviluppare capacità imprenditoriali e tecniche di risparmio per entrare nel mercato locale.
Il progetto ha visto la formazione della comunità Pokot, nella Diocesi di Moroto. Inizialmente sono stati condotti diversi incontri per garantire una piena adozione dell’idea promossa dal progetto. Durante i primi giorni di formazione, come previsto, alcuni membri delle APF si sono commossi di fronte alle difficoltà dell’animale nell’adattarsi all’aratro e alle tecniche di aratura ma ogni preoccupazione è svanita nel momento in cui gli animali si sono dimostrati in grado di arare un’area di 1.5 m dopo solo quattro giorni. Quando la comunità ha compreso che la metodologia adottata funzionava, tutta la famiglia di Chemkea ha cominciato a portare i propri animali perché fossero addestrati.
Dopo l’acquisto dei materiali, i training sono cominciati con un momento di presentazione e condivisione. Si è proceduto dunque con la formazione vera e propria, dalla spiegazione delle diverse componenti dell’aratro all’addestramento degli animali.
Le comunità interessate dalla formazione sono ora in grado di selezionare gli animali adeguati al tipo di lavoro in questione; di addestrarli e utilizzare il linguaggio più appropriato per i comandi di lavoro; di utilizzare le corde come guida nelle pratiche di adattamento dell’animale all’aratro; di utilizzare un aratro; di preparare il mangime per gli animali.
Successivamente si è passati alla formazione di network, ovvero reti d’aiuto sia a livello locale che in relazione alle autorità. Tali network sono in altre parole necessari per l’auto-sostenibilità del progetto, in quanto hanno il compito di mobilitare e responsabilizzare i rappresentanti delle comunità di base per una loro piena partecipazione e impegno, operando come gruppi di monitoraggio e supervisione nella qualità delle attività implementate. Nello specifico sono stati formati due principali network nei Distretti di Moroto e Amudat, formati da 8 gruppi APF ciascuno, i quali hanno stilato un piano d’azione futuro poi confermato dalla propria comunità.
Il progetto ha portato beneficio direttamente ad un totale di 160 persone appartenenti ai Distretti di Moroto e di Amudat. Di questi 75 donne e 85 uomini raggiungendo una percentuale di partecipazione femminile del 47[%], un buon risultato considerando che tradizionalmente la gestione del bestiame è da sempre affidato agli uomini.
Considerando che le comunità sono state appena formate e che i prodotti del loro lavoro non sono ancora stati raccolti, si prevede che indirettamente si raggiungeranno un totale di 15.496 famiglie nel Distretto di Amudat e 22.067 famiglie nel Distretto di Moroto, intendendo con queste non solo i famigliari delle persone direttamente coinvolte nella formazione, ma anche tutti coloro che avranno accesso ai prodotti, alle informazioni di mercato condivise e ai benefici delle casse di risparmio comuni.


PROGETTO 2. Corso professionale per i giovani meccanici del Karamoja
Periodo: Settembre - Novembre 2016


Le attività sono cominciate in seguito alla mobilizzazione dei ragazzi dai 18 ai 30 anni che avevano partecipato al corso DFID/VSO dell’anno precedente. Dopo l’acquisto dei materiali, si è proceduto ad allestire una sala training presso il garage a disposizione di C&S nel compound della Diocesi di Kotido, dove si sono svolti i corsi di formazione. Il corso, della durata di 6 giorni, è stato riproposto durante tutto il mese ed ogni settimana vi hanno partecipato 9 ragazzi differenti, coinvolgendo complessivamente 36 ragazzi.
Le sessioni sono cominciate con un momento di presentazione e condivisione, a cui è seguito il corso vero e proprio. Le materie affrontate hanno interessato in maniera approfondita alcune parti e sistemi dell’auto, sia a livello teorico che pratico. All’interno del programma di formazione è stato inserito anche un workshop che ha visto l’intervento di specialisti esterni e ha coinvolto i ragazzi, permettendo loro di mettere in pratica le competenze acquisite e di ottenere contatti importanti.
Come conclusione del percorso è stato implementato un test di verifica delle competenze acquisite sia teorico che pratico. Gli studenti sono stati quindi accompagnati nel reinserimento lavorativo attraverso un supporto psicologico per permettere loro di ottenere posizioni di lavoro maggiormente qualificate e remunerative.
Tutti e 36 i ragazzi formati sono ora in grado di riconoscere le parti meccaniche di un veicolo e il loro funzionamento; di procedere alla manutenzione ordinaria di un auto-veicolo o di una motocicletta; di effettuare una revisione del motore, del cambio, del differenziale o della trasmissione, ma soprattutto sono in grado di individuare la causa del problema di un veicolo basandosi sui rumori, scegliendo un approccio alternativo allo smontaggio delle parti ove non necessario.
Si prevede che beneficeranno del lavoro dei giovani meccanici formati un totale di 103.432 persone.

Testimonianza: Mr. Sunday Suleiman vive a Camp Kiswahili, nella città di Moroto. Orfano di entrambi i genitori, era incapace di mantenersi in quanto inoccupato e senza professionalità; soffriva la fame e non riusciva a mantenere la sua famiglia. Nel 2015 partecipò per la prima volta al corso di meccanica organizzato dal programma DFID/VSO, e dopo aver superato con successo il corso è riuscito a trovare immediatamente lavoro come “capo macchina” in un’impresa locale. Questo lo ha aiutato a guadagnare a sufficienza per dare da mangiare a tutta la famiglia. Nel momento in cui è venuto a conoscenza della possibilità di ripetere il corso, di fronte alla nuova sfida costituita dalle tasse scolastiche per i suoi figli, ha colto l’opportunità di acquisire competenze maggiormente specifiche nel campo meccanico. Ora Sunday ha trovato un lavoro meglio remunerato in un’officina in centro a Moroto. Ha l’opportunità di imparare ancora dal capo meccanico e un giorno vorrebbe aprire la sua officina meccanica perché, dice, “con lo sviluppo delle due nuove strade che collegano Moroto ai principali centri commerciali (Mbale e Soroti) ci saranno sempre più macchine e sempre più bisogno di persone competenti per ripararle”.

PROGETTO 3. Una cucina per i bambini e i ragazzi del Centro giovani Don Vittorio
Periodo: Ottobre – Novembre 2016

Dopo un sopraluogo all’interno del Centro, si è optato per la costruzione in corrispondenza dell’attuale scuola per l’infanzia “ECD Centre Akay a Ikory”, dove si trova già uno spiazzo ideale ad ospitare la cucina. In seguito alla costruzione della struttura principale, si è installata la “save energy stove” con capienza da 50 a 100 porzioni e due vuoti ad incastro per due pentole con capienza da 100 a 300 porzioni.
Con la costruzione della nuova cucina sarà possibile sopperire non solo alla merenda del mattino ma permetterà di prolungare l’orario dell’asilo fornendo ai bambini anche il pranzo. Essi saranno così mantenuti in un ambiente protetto e stimolante per l’apprendimento, avranno accesso ad un pasto al giorno e verranno allontanati da possibili situazioni di abuso e sfruttamento. Si prevede che nel 2017 i beneficiari diretti ammonteranno a 4.800 bambini e ragazzi tra i 3 e i 24 anni. Beneficiari indiretti, invece, i genitori e le famiglie di questi ragazzi.