È tempo di esultare, di cantare e ballare
Testimonianza di Roberto Persi, casco bianco inserito nel progetto "Nutrire di cibo e conoscenze le comunità di Moroto e Napak"
Mesi e mesi di pianificazione, di lavoro, di incontri, di misurazioni, di prove, di sudore, di pazienza, ma anche di attese, di paure, di preghiere, di problemi, di fallimenti, e di incomprensioni: questo significa lavorare in Karamoja.
Sei mesi fa piantavamo i primi semi con la speranza di veder nascere qualcosa, oggi raccogliamo i frutti che Dio ha voluto donarci in questa terra considerata ostile all'agricoltura. Mi hanno detto più volte che i karimojong sono venuti al mondo "con vacche e bastoni fra le mani, non con le zappe", che insegnare loro a seminare in linea e non a spaglio è una perdita di tempo e che le condizioni climatiche qui non permettono raccolti soddisfacenti.
E allora è tempo di rivincite, di mostrare che anche in quest'angolo di mondo dimenticato accadono magie e i sogni si avverano. È tempo di esultare, di cantare e ballare in questi mari verdi di pomodori, melanzane, di fagioli, mais e piselli che sparsi nella savana regalano un po' di gioia, freschezza e di nutrimento per questa gente.
Sono in uno degli 85 villaggi in cui prima non c'era nulla di tutto questo. Sceso dalla macchina iniziano a cantare il nome di Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo, quello del governo italiano, alzano le mani al cielo e inneggiano il mio nome e quello di Mr. Akena: questa volta ho "slacciato la cintura" e mi sono immerso in mezzo al loro.
Lo farei altre 10, 100, 1000 volte ancora chiedendomi cosa ci sia di più bello al mondo.
Roberto Persi, servizio civile 2019